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Set 06

La fascia tuttalavita: parte I

 

imageLa prima volta che ho portato Lanna nella fascia sembrava di avere un pulcino sdraiato sul petto: la sentivo rilassata e completamente abbandonata, ma, allo stesso tempo, al sicuro, perché ben sostenuta dall’imbragatura. La cosa più difficile è mettere la bimba nella fascia, ma si tratta di una difficoltà psicologica come quando si ha a che fare con un qualsiasi cambiamento… E’ molto lunga, ed è un aspetto che spaventa. La prima volta – ma anche la seconda e la terza! – pensi: e adesso? All’inizio mio marito mi dava una mano, mentre oggi con un po’ di pratica annodo la fascia da sola senza alcun aiuto. I primi sette mesi di vita della mia bimba sono stata in Italia e dove abitavo, in Provincia di Mantova, nessuno porta i bambini nella fascia e al parco o lungo la ciclabile incontravo carrozzine e passeggini.

imageMi guardavano con stupore e un po’ di sorpresa e talvolta alcune vecchiette si lasciavano andare a commenti quali “ma non è scomoda? “AVRA’ UN CALDO!!!” e il mio preferito “poverina… guarda dove l’ha messa!”. Il commento sul caldo però alla fine mi ha condizionato – eh le mamme “dapocotempomamme” si lasciano sempre circuire mentre dovrebbero avere più fiducia in se stesse! – e durante l’estate ho riposto la Didymos e ho comprato la Mei Tai in uno dei negozi più innovativi per bambini di Mantova, Pisoli e Pannoli. E’ un prodotto italiano e conserva quei requisiti essenziali di manifattura e qualità dei materiali. L’ho utilizzata sempre: abbiamo visitato Roma, i ghiacciai in alta montagna, abbiamo fatto shopping a Milano e lunghe passeggiate al mare.

imageHo preso ogni sorta di mezzo: l’autobus, il treno, l’aereo, la metro, la barca, la funivia e la mia bimba poteva dormire pacifica anche in mezzo alla confusione! La Mei Tai è molto più semplice da indossare ma quando Lanna ha superato i 5 kg sono tornata a utilizzare la Didymos: la speciale struttura sostiene la schiena in modo tale che non si avverte dolore, anche dopo un’intera giornata in giro e nonostante l’aumento di peso (con la Didymos si può portare un bambino sino a 15 kg di peso!) .
Considero la fascia uno strumento che mi permette di portare Lanna in un modo che è nelle mie corde. Le mani libere sono un toccasana per lo spirito: faccio la spesa, shopping e colazione al bar. E’ vero che se il bambino capisce che si trova nell’imbragatura cosicché la mamma possa fare dell’altro, come finire le pulizie ad esempio, può rifiutare di starci. I bambini sono molto sensibili, capiscono subito come stare dentro la relazione e se sono al di fuori della nostra attenzione e cura – soprattutto se l’obiettivo è passare del tempo insieme! – non aspettano un minuto per farcelo notare! Non credo a chi dice “con la fascia crei un legame esclusivo e poi la bimba vuole stare solo in braccio alla mamma”. Penso che la fascia sia uno strumento che, oltre a essere molto pratico, consolida e arricchisce la relazione mamma-bambino.

imageLe prime settimane, i bambini sono molto piccoli, hanno bisogno di sicurezza e vicinanza poiché hanno molta paura e si spaventano facilmente. Pediatri e ostetriche infatti consigliano di stare loro vicino, abbracciarli e cullarli. La fascia permette loro di adattarsi all’ambiente in modo graduale, con un orecchio rivolto al cuore della mamma e l’altro al mondo esterno. I bambini nella fascia si tranquillizzano e questo senso di tranquillità viene interiorizzato e portato dentro di sé. In questo modo si consolidano le basi per l’autostima e la sicurezza di sé, fondamentali per lo sviluppo cognitivo e della personalità. Quando Lanna capisce che è il momento di entrare nella fascia sbatte le gambette veloce, felice mi stringe le braccia al collo e non si muove finché non è stretta nell’imbragatura. Ha capito che con la mamma o il papà sta per andare da qualche parte e che le capiterà di vedere qualcosa di meraviglioso: il Colosseo, il Duomo di Milano, il mare, i ghiacciai e le cascate in alta montagna, ma anche gente nuova da osservare.

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