Di fronte al tuo bambino, anche se sei Angela Merkel, l’autostima e la fiducia possono vacillare e spesso anche…io sono stata messa a durissima prova durante lo svezzamento. Non cucino, non mi piace, e, nonostante i miei sforzi, è un’attività che mi riesce male, cosa che cozza contro il manuale “Da 0 a 6 anni, una crescita per la famiglia”. La difficoltà non sta nel preparare il brodo vegetale, cuocere al vapore, passare le verdure e sciogliere la crema di riso ma nel faretuttoinsieme, o almeno in una sequenza lineare. In Italia, la mia cucina non poteva sopportare tanto: non c’era spazio per due pentole, due scolini, l’asse per tagliare le verdure, la scodella per la crema di riso e cucchiai e coltelli – non avendo mai cucinato tendo a perdermi in un bicchiere d’acqua mezzo pieno al primo step! –
L’esperienza fa la differenza, ma io non ne avevo e non davo segni di miglioramento. E gran parte della mattina volava via per 400 gr di pappa con tutto ancora da riordinare. Risultato: autostima sotto i piedi e stress. In Thailandia ho risolto definitivamente la questione con la rice cooker. E’ una pentola elettrica, molto utilizzata in Asia per cuocere il riso, alimento fondamentale presente ad ogni pasto della giornata (e per ogni pasto intendo anche la colazione!!). In pratica: nella pentola metto acqua e verdure per il brodo, copro con una specie di padella con i buchi dove si preparano le verdure al vapore e posiziono il coperchio. La rice cooker è fatta di due strati comodi e pratici. Tempo d’impiego: un’ora. Una volta che brodo e verdure sono pronti la rice cooker tiene tutto in caldo. Risultato: mi sento qualcuno in cucina…Rice cooker forever!
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